La prima sentenza della Corte costituziona sul EET (Registro elettronico degli incassi): serve una legge e non basta un regolamento.

La prima sentenza della Corte costituziona sul EET (Registro elettronico degli incassi): serve una legge e non basta un regolamento.

In tema di registro elettronico degli incassi si deve riferire di una recente sentenza della Corte Costituzionale chiamata a giudicare la legittimità della relativa normativa a seguito di un ricorso proposto da alcuni parlamentari. Si tratta del sistema introdotto nel dicembre 2016 che ha comportato per specifici operatori commerciali l’obbligo di munirsi di un apposito registratore di cassa. Grazie ad esso, ora, all’emissione dello scontrino, il medesimo invia l´informazione al Ministero delle Finanze che rilascia in tempo reale una ricevuta-codice che viene stampata sulla ricevuta-scontrino.

Tornando al caso giudiziario la Corte ha censurato il provvedimento legislativo (si trattava di un “regolamento del Governo) ma solo parzialmente. Infatti i giudici, partendo dal presupposto che il Registro elettronico degli incassi (in ceco, la sigla é EET) é uno strumento idoneo a combattere l’evasione fiscale, hanno tuttavia stabilito che i soggetti commerciali tenuti ad assoggettarsi a questo sistema devono essere individuati da una „legge“ e non da una fonte normativa secondaria, cioè un „regolamento“ governativo, come invece é accaduto nella realtà. A questo punto, l’entrata in vigore del registro elettronico degli incassi, previsto per alcune categorie nel marzo 2018 (es. ragionieri, veterinari, legali, imprenditori del settore dell’istruzione, edilizia, agricoltori, trasporto e servizi di automobili, ecc) e nel giugno 2018 (artigianato) inevitabilmente verrà rinviata in attesa dell’adozione di una legge che possa tener conto dei rilievi della Corte costituzione (all’approvazione di questa legge si opporranno i gruppi politici che sono stati critici sull’entrata in vigore un anno fa del registro degli incassi).

La sentenza si segnala anche per altre due novità. La prima riguarda i pagamenti con carta di credito o tramite portali on-line. Per i giudici essendo sistemi di pagamento facilmente tracciabili non sussiste un legittimo interesse per includerli nel sistema del registro dei pagamenti elettronici come attualmente già accade per i trasferimenti conto su conto, i quali sono esclusi dal sistema del EET. La Corte specifica che comunque servirà sempre una „legge“ e non un „regolamento governativo“ per individuare i metodi di pagamento da sottoporre (o non sottoporre) al EET.

La seconda novità invece riguarda le partite IVA individuali per le quale non sussisterà più l’obbligo di riportare sullo scontrino emesso il loro numero fiscale (in ceco, rodné číslo) a tutela della privacy.

Brno, 20/12/2017