06 Mar Animali in appartamento e uso dell’appartamento per fini non abitativi
Due questioni relative alla locazione sono la possibilità di tenere animali in appartamento e quella di utilizzare l’immobile preso in locazione per fini diversi da quello dell’abitazione.
Il primo aspetto riguarda un diritto dell’inquilino, quello di tenere degli animali, che non può essere condizionato, soppresso o ridotto dal contratto di locazione con una apposita clausola in quanto opererebbe l’art. 2239 c.d. secondo cui le clausole che impongono al conduttore l’assunzione di una obbligazione palesemente sproporzionata (nel caso concreto, per esempio, il divieto di tenere un cane), saranno date per non apposte.
Detto questo, non significa che il diritto di tenere un animale non incontri limiti. Si pensi all’inquilino che tiene in diverse teche animali velenosi e pericolosi (serpenti, scorpioni, ecc) che creano disagi ai vicini (odore e paura che gli animali possano fuggire) oppure un animale per sua natura rumorosissimo. L’inquilino potrebbe ricevere dal proprietario l’invito a risolvere la soluzione e, valutando tutti i dettagli del caso, il proprietario potrebbe prendere in considerazione la possibilità di dare la disdetta del contratto di locazione dell’appartamento per il motivo di cui all’articolo 2288, paragrafo 1, lettera d), del codice civile, secondo cui il locatore può sciogliere il contratto stipulato a tempo determinato o indeterminato con pravviso di tre mesi qualora sussista un „grave motivo“.
Altra questione è la possibilità di usare l’appartamento, locato per viverci, al fine di lavorarvi o gestirvi una attività imprenditoriale dal momento che, in linea generale, il conduttore deve usare l’appartamento in conformità al contratto il quale prevede il fine abitativo.
Secondo l’articolo 2255 c.c., un inquilino può lavorare o gestire un’attività commerciale nell’appartamento se esse non arrecano un pregiudizio eccessivo all’appartamento o all’edificio. Rileva quindi sapere in cosa consiste l’attività che l’inquilino intende svolgere nel concreto. Se per esempio l’inquilino intende aprire un ufficio, presumibilmente sarà frequentato dai dipendenti, dai clienti, fornitori, ecc.. In questi casi, l’attività lavorativa comporterebbe sicuramente un maggiore onere per la casa, in particolare per quanto riguarda la fornitura di servizi associati all’uso dell’appartamento. Qualora sorgesse tra le parti una lite in ordine alla possibilità per il conduttore di lavorare o esercitare un’attività imprenditoriale dentro l’appartamento, il locatore, se convinto delle sue ragione, potrebbe arrivare a risolvere il contratto di locazione dandone comunicazione senza preavviso.