Effettivo trasferimento della residenza all’estero da parte dei cittadini italiani: l’attività accertativa dell’Agenzia delle Entrate

Effettivo trasferimento della residenza all’estero da parte dei cittadini italiani: l’attività accertativa dell’Agenzia delle Entrate

Quando un soggetto trasferisce la residenza all’estero, esistono delle implicazioni fiscali in quanto ne Paese di residenza fiscale un soggetto è tenuto a dichiarare tutti i suoi redditi, compresi quelli esteri. Per questo motivo l’Agenzia delle Entrate effettua ogni anno numerosi accertamenti fiscali sui soggetti che trasferiscono la loro residenza fiscale: per l’Italia il trasferimento all’estero di un proprio cittadino residente che non sia genuino, cioè fittizio, si traduce in una perdita di gettito.

Le anagrafi comunali sono tenute a segnalare all’Agenzia delle entrate (AdE) le iscrizioni AIRE effettuate dai cittadini italiani che trasferiscono appunto la residenza. Questo tipo di comunicazione avviene obbligatoriamente entro sei mesi da ogni iscrizione. L’Amministrazione finanziaria, mediante un software chiarmo So.No.Re (soggetti non residenti), è in grado di incrociare il dato del contribuente espatriato con le informazioni presenti nelle proprie banche dati. In questo modo l’AdE forma liste selettive di contribuenti su cui lavorare per verificare se il trasferimento della residenza si è svolto correttamento. Quali informazioni vengono attinte da questo software al fine di formare le liste selettive di contribuenti da sottoporre a controlli ? Si verificano: a) i movimenti di capitale da e verso l’estero, trasmessi dagli operatori finanziari nell’ambito del monitoraggio fiscale. Informazioni relative a patrimoni immobiliari e finanziari detenuti all’estero. b) le informazioni relative a patrimoni immobiliari trasmesse dalle Amministrazioni fiscali estere nell’ambito di direttive europee e di Accordi di scambio automatico di informazioni; c) la residenza in Italia del nucleo familiare del contribuente (es. marito/moglie e/o figli minori); d) gli atti del registro segnaletici dell’effettiva presenza in Italia del contribuente (es. contratti di acquisto/vendita di immobili, contratti di locazione, comodato, etc); le utenze elettriche, idriche, del gas e telefoniche attive, su immobili a disposizione; e) f) la disponibilità di autoveicoli, motoveicoli e unità da diporto; g) la titolarità di partita Iva attiva, per l’esercizio di attività di impresa e/o lavoro autonomo; h) le rilevanti partecipazioni in società residenti di persone o a ristretta base azionaria; i) la titolarità di cariche sociali in enti societari residenti; l) il versamento di contributi per collaboratori domestici.

Se state considerando l’idea di trasferirvi all’estero, è fondamentale fare tutto in modo conforme sin dal principio. Evitare di finire nelle liste selettive di controllo dell’Agenzia delle Entrate non è solo una questione di tranquillità, ma anche un modo per prevenire costi elevati e lunghi iter burocratici in caso di contenzioso.